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. AFFIDABILITÀ'
E' sempre più evidente, anche all'utente non professionale, che il pneumatico usurato superato il periodo pionieristico degli anni '50, ha acquisito margini d'affidabilità paragonabili da tutti i punti di vista al pneumatico nuovo, tanto che la stessa commissione CEE suggerisce di incrementare la ricostruzione de i pneumatici per autovettura sino a coprire una quota pari al 25% del mercato potenziale ricambi. L'applicazione di rigidi standard di lavorazione, a partire dall'acquisizione e verifica d'idoneità della carcassa, per finire al controllo del prodotto finito, garantiscono l'elevata qualità dell'intero processo produttivo. Inoltre la legislazione vigente che il pneumatico riporti in tutta evidenza la sua origine. Devono essere specificate su ogni prodotto la data di ricostruzione, il nome dell'azienda che ha effettuato la lavorazione e il marchio "ricostruito". Il pneumatico ricostruito si è così scrollato di dosso le due motivazioni negative che ne impedivano lo sviluppo ed affermazione, superando, di fatto, le antiche diffidenze sulla sua affidabilità, nonché l'errata etichetta di prodotto povero per utenti poveri. Il discorso sull'etichetta si è esaurito con al constatazione che anche le principali compagnie aeree montano pneumatici ricostruiti sotto i loro velivoli; il gigantesco jumbo-jet, fa abbondante uso di pneumatici ricostruiti realizzando ingenti economie, data la precoce usura di pneumatici dovuta all'esasperante condizioni d'esercizio in fase di decollo e d'atterraggio. A questo convincente testimone, si possono tranquillamente associare le aziende municipalizzate dei trasporti urbani, che impiegando sistematicamente pneumatici ricostruiti sotto i loro autobus, possono realizzare considerevoli risparmi nei costi d'esercizio, mantenendo inalterati gli elevati standard di sicurezza dei passeggeri. Per quanto riguarda i materiali la commissione Tecnica dell'A.I.R.P. ha elaborato il capitolato LTH 90 la cui idoneità è stata certificata da un ente esterno qualificato.
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